Informare (per dovere) o non informare (per non avvantaggiare)?

In questi giorni, tra le varie notizie, mi ha colpito l’inchiesta dell’Espresso sui presunti legami indiretti del Ministro dell’Interno con la ‘ndrangheta attraverso il responsabile della Lega a Rosarno.

La notizia, purtroppo, di suo non ha niente di nuovo e, se dimostrata da una eventuale inchiesta, confermerebbe semplicemente che la criminalità organizzata è in grado di adattarsi sempre molto velocemente ai nuovi scenari politici.

Ma il problema vero è un altro. Ogni volta che un quotidiano, un settimanale o un telegiornale attaccano con fatti, veri o presunti, un esponente politico, non fanno altro che rafforzarlo a livello elettorale. Molti italiani pensano che se un giornale di “sinistra” attacca la Lega, allora vuol dire che la Lega è cosa buona e giusta. Tra l’altro L’Espresso, come tutti i giornali, ha una sezione del proprio sito a pagamento ed una a libera consultazione e questa notizia, per ovvie ragioni di linea editoriale, è stata messa nella seconda, cioè a disposizione di tutti e non solo degli abbonati.

Lo abbiamo visto per 20 anni con Berlusconi e Forza Italia, più si davano notizie sul conflitto d’interessi, sui rapporti con mafie varie e più guadagnava consensi fino a quando non è arrivata la crisi e le persone hanno smesso di credere alle sue balle per credere a quelle di altri.

Allora il dilemma è:

  • informare, cosa che è doverosa per un giornalista, su fatti che potrebbero essere penalmente rilevabili e, quindi, non fare altro che avvantaggiare il politico di turno
  • o non informare, venendo meno al proprio ruolo?

È successo anche con l’inchiesta sui rimborsi elettorali sottratti illecitamente dalla Lega (Nord) e che ha fatto aumentare i consensi alla Lega di Salvini.

Per me la risposta è ovvia: bisogna informare.

Sapere è potere. Sapere è poter scegliere meglio.

L’importante è che le notizie siano filtrate e valutate secondo coscienza e non tramite il pensiero unico del leader di turno.

Ma noi italiani abbiamo questo istinto di voler a tutti i costi la “persona forte” che ci guidi e che pensi al posto nostro (troppa fatica farlo da soli). Poi tra altri 20 anni ne seguiremo un altro. O magari anche prima (vedi Renzi).

Il grande scoop, la vera notizia sarebbe avere degli statisti, e non dei semplici politici, che guardano oltre le prossime elezioni e che cercano di costruire un futuro, non per noi, ma per le prossime generazioni, anche quelle non ancora nate.

Il mio invito è di leggere, informarsi attraverso più fonti, pensare e meditare e poi farsi una propria opinione e scegliere di conseguenza. Non siate pigri, ma ricercate la verità, sempre. SB.

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