L’appello di Saviano

Roberto Saviano @robertosaviano, ha fatto un appello, prima come risposta a Travaglio su Il Fatto quotidiano e poi esplicitamente su Repubblica, per non tacere sulle scelte di questo governo ed in particolare sulle scelte dei ministri dell’interno e del ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

Saviano sostiene che

Oggi tacere significa dire: quello che sta accadendo mi sta bene.

Penso che abbia ragione e che tutti gli uomini e le donne di questo paese debbano, indipendentemente dal tipo di influenza che possono avere, indipendentemente dai follower, indipendentemente dallo share, prendere posizione. Non si tratta di essere “noi” contro di “loro”, ma solo di ragione contro istinto, cultura contro ignoranza, dignità contro vergogna, umanità contro malvagità.

Da gennaio sono morte nel mar Mediterraneo 1443 persone! Millequattrocentoquarantatre!!!

Non sono morti lontane, che non ci riguardano. Sono il frutto di politiche ciniche e barbare che non dovrebbero appartenere né alla nostra civiltà, né alla nostra cultura. Abbiamo il dovere morale e civico di fare qualcosa. Ognuno con le proprie possibilità. Non sono un fan sfegatato di Roberto Saviano, ne condivido alcune idee e non sono in accordo su altre. Credo che in Italia (ed in Europa) ci sia un serio problema culturale e di coscienza civile.

Basterebbe che chi si appella alle nostre origini cristiane riflettesse seriamente sul messaggio di Cristo e del Vangelo, perché il resto è solo ipocrisia. Basterebbe che i laici si domandassero quanto giova ad ognuno di noi questa “guerra” contro e quanto, invece, gioverebbe una “pace” insieme. Alla politica non interessa cosa fare per risolvere, interessa cosa fare per essere rieletta. Il becero linguaggio che ogni giorno viene usato per difendere scelte indifendibili dovrebbe essere, da solo, sufficiente a non votare mai più questa classe dirigente.

Nella lettera a Repubblica Saviano quasi rimpiange Berlusconi e su questo non sono d’accordo. Nei vent’anni di Forza Italia c’era chi rimpiangeva la vecchia DC. Non si può di fronte al costante impoverimento della politica, dire che prima, in fondo, era meglio.

Anche sul fronte interno le cose non sono limpide. Oggi ho sentito dire che la democrazia rappresentativa è superata e che tra qualche anno ognuno di noi potrà influenzare le scelte dei governi tramite la rete.

Insegno informatica da 20 anni, ho visto nascere internet e sto assistendo a ciò che internet è veramente diventata. Tra qualche anno la rete sarà solo un altro strumento di controllo e le persone pensando di essere libere, saranno schiavi e sudditi. Già ora la tecnologia in mano a persone senza scrupoli aiuta a schedare e catalogare, aiuta i ricchi ad essere sempre più ricchi, ha ridotto la forza lavoro a numeri che si possono cancellare quando non servono più. Già oggi i governi stanno combattendo cyber guerre devastanti. Già adesso la rete ha i suoi controllori (pochi) e i suoi controllati (tutti gli altri).

Far passare questa idea significa stabilire un principio: la democrazia è morta o in coma irreversibile.

Quindi, caro Saviano, io il mio piccolissimo contributo lo metto in questo sito, come avevo già fatto. Una cosa vorrei fosse chiara: Not in my name! Nessuno mai si arroghi il diritto di parlare per me e in mio nome. Lo faccio io, quando e come lo ritengo più utile. Grazie. SB.

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