Quello cui stiamo assistendo in questi giorni, dal caso presidente RAI alla violenza a sfondo razzista alle politiche sui migranti, potrebbe essere tranquillamente analizzato e discusso se non fosse per la scelta di come, questo governo, comunica con i cittadini.
Questa scelta si chiama propaganda. La propaganda non guarda ai fatti, alla verità o alla reale portata di un avvenimento, la propaganda stabilisce a priori come e cosa deve essere detto e scritto dai politici e dai mass-media. Anche attraverso gli abusati social network.
Poco importa poi se il messaggio rischia di causare violenza o di umiliare gratuitamente le vittime, l’importante è far passare un’informazione manipolata che deve servire al proprio fine.
Vi invito a leggere con attenzione questi due passaggi tratti da un libro che (poi vi dico da chi è stato ha scritto e il titolo) ha contribuito a causare milioni di morti e la peggior tragedia della storia:
La propaganda deve sempre affrontare lo stesso argomento per le grandi masse del popolo. (…) Tutta la propaganda deve essere presentata in una forma popolare e deve correggere il suo livello intellettuale in modo da non essere al di sopra delle teste dei meno intellettuali di coloro ai quali è diretta. (…) l’arte della propaganda consiste proprio nel riuscire a risvegliare l’immaginazione del pubblico attraverso un appello ai loro sentimenti, a trovare la forma psicologica appropriata che attragga l’attenzione e faccia appello al cuore delle masse nazionali. Le grandi masse del popolo non sono costituite da diplomatici o professori di giurisprudenza pubblica né semplicemente di persone che sono in grado di formare un giudizio ragionato in determinati casi, ma è una folla vacillante di bambini che si trovano costantemente in bilico tra un’idea e un’altra. (…) La grande maggioranza di una nazione è estremamente femminile nel suo carattere e la considerazione che il suo pensiero e la condotta sono governati dal sentimento piuttosto che dal ragionamento sobrio è esatta. Questo sentimento, tuttavia, non è complesso, ma semplice e coerente. Non è altamente differenziato, ma ha solo le nozioni negative e positive di amore e di odio, giusto e sbagliato, la verità e la menzogna
La propaganda non deve indagare la verità oggettiva e, nella misura in cui essa sia favorevole verso l’altro lato presentarla secondo le regole teoriche di giustizia, ma deve presentare solo un aspetto della verità, che è favorevole al proprio scopo. (…) il potere ricettivo delle masse è molto limitato e la loro comprensione è debole. D’altra parte, se ne dimenticano in fretta. Stando così le cose, ogni propaganda efficace deve limitarsi a poche cose essenziali e quelle devono essere espresse per quanto possibile in formule stereotipate. Questi slogan devono essere ripetuti con insistenza fino a che anche l’ultimo individuo venga a cogliere l’idea che gli è stata messa davanti. (…) Ogni modifica apportata nel soggetto di un messaggio propagandistico deve sottolineare sempre la stessa conclusione. lo slogan principale deve naturalmente essere illustrato in molti modi e da diverse angolazioni, ma alla fine bisogna sempre ritornare all’affermazione della stessa formula.
Ora fatemi un favore, rilegette con attenzione una frase alla volta: non vi sembrano di estrema attualità? Non vi sembra che, oggi più che mai, questo tipo di comunicazione sia usato con metodo ancora più scientifico e rigoroso?
Tutti i governi hanno sempre fatto propaganda, ma, in passato, di fronte a notizie palesemente “interpretate”, c’era ancora la buona usanza di assumersi le proprie responsabilità o, perlomeno, di rettificare.
Oggi questo è passato di moda e ogni notizia è manipolata, strumentalizzata ed usata al solo fine di trarre vantaggio politico. Da Berlusconi in poi, salvo poche eccezioni, questa è la prassi. Per la verità Berlusconi ha usato un metodo diverso, ha sfruttato il desiderio di emancipazione sociale ed economica per avere consensi e poter difendere sè stesso e le proprire aziende. Ha anche usato un metodo nuovo: dire tutto e il contrario di tutto in modo che potesse sempre affermare di averlo detto, o in un modo o nell’altro.
Subire la propaganda di governo è frustrante, è fastidioso ed è un insulto all’intelligenza (almeno per chi ne è dotato).
Il libro da cui sono tratti i due brani è il “Mein Kampf ” di Adolf Hitler.
P.S.:
Nella Germania nazista all’inizio degli anni ’30, in piena crisi economica, il partito non riusciva a mantenere le promesse fatte nelle tre campagne elettorali del 1932 (due) e 1933 (una) di dare lavoro e stabiltà economica a tutti i tedeschi. Fu così che Hitler, con l’aiuto determinante del ministro della propaganda Goebbels, decise di dare la colpa di tutti i problemi della nazione agli ebrei e alle minoranze etniche.
Se trovate delle similitudini in quello che sta accadendo oggi in Italia…
SB.